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Altre fanzine metal
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Metallo
Un
grandissimo ringraziamento ad Enrico Fortuna per la disponibilità e il
tempo dedicato a questo piccolo progetto.
"Mentre si approssimava al
tramonto
l’anno 1984, dalle ceneri fumanti di Godzilla, la fervida mente del
“deus ex machina”, Alessandro Massara, partoriva l’ennesima
idea di una rivoluzionaria fan(maga)zine metal rock che, con l’aiuto
di un manipolo di fedelissimi, tra cui Stefano Morelli ed Enrico
“Prince” Fortuna, si prefiggeva di colmare, almeno in parte, il
persistente vuoto editoriale nazionale relativamente al “metallo
pesante”.
La fanzine intendeva
rivolgersi
essenzialmente, sulla scia dell’illuminato esempio di Beppe Riva su
Rockerilla ai primordi degli “eighties”, a quella fetta sempre
più consistente di “metallari” eternamente penalizzati e
smaniosi di affrancarsi definitivamente dalla stampa musicale
italiota come l’ormai vetusto Ciao 2001, il patinato Popster (poi
Rockstar!!!) ed il “polveroso” Mucchio Selvaggio in cui non
ritrovavano pressoché traccia della loro musica preferita.
Nasceva
così il primo numero
di
Metallo agli albori del nuovo anno, 1985, il cui incipit era “COLORO
CHE SCRIVONO SU QUESTO GIORNALE SONO DEI GRANDI APPASSIONATI
HEAVY METAL COME VOI SENZA ALCUNA PRETESA DI ESSERE GRANDI
SCRITTORI”, con la collaborazione della Minotauro Records di Pavia
(uno dei primi esempi di sponsor “fanzinaro”) con i Manowar in
copertina e pagine maldestramente schizzate di viola al limite della
illeggibilità!
Come detto, Metallo, a
differenza delle
ammirevoli consorelle dell’epoca come Metal Militia e Fireball, pur
seguendo il solco tracciato dalle antesignane Godzilla e dalla
fiorentina Metal City Rocker, cercava di dare alla fanzine i
connotati di un magazine con contenuto esclusivamente dedicato al
metal, con ampio spazio agli emergenti gruppi italiani, apportando di
volta in volta delle novità, come l’inclusione di un metal quiz
con tanto di premio in vinile.
Massara si preoccupava, dal
suo eremo
di Monte di Dio, di coordinare le operazioni editoriali dando
l’opportunità agli amici rockers volenterosi ed appassionati di
collaborare per la buona riuscita della fanzine con la stesura di
recensioni onde allargare, con sapiente strategia di marketing
casareccio, la sfera di potenziali acquirenti nonché di creare un
numero sempre più cospicuo di adepti; difatti, dal secondo numero
(cover dedicata ai Motley Crue) si associavano anche altri redattori
ed ulteriori corrispondenti dall’Italia e dall’estero tra cui si
segnalava un altro “co-fondatore” di Godzilla, Giuseppe Gomez
Paloma, titolare del negozio di dischi (Godzilla, of course) poi
trasformato nell’attuale Concerteria, una delle principali
rivendite di biglietti per eventi del Centro-Sud.
Agli inizi dell’avventura
editoriale,
si era cercato di promuovere iniziative “tematiche” onde
coinvolgere più ragazzi ad unirsi al progetto e, a tal proposito,
era stato organizzato anche un bus da Napoli per il concerto di
Maiden e Motley in quel di Bologna nel novembre del ’84.
La tiratura era di un
migliaio di copie
(forse solo di 500 del primo numero) la cui diffusione generalmente
aveva carattere amatoriale, non certo capillare, affidando agli
stessi promotori, dopo averne fatto incetta di un buon numero di
copie ciascuno, l’ingrato compito di rivenderla ad amici e
familiari rendendo superfluo aggiungere di non trattarsi di
un’operazione fatta a fini di lucro anche se non mancavano
distribuzioni presso alcuni “store” musicali specializzati come
Contempo di Firenze e Tattoo di Napoli (quest’ultimo anche sponsor
dal secondo numero e del Metal Festival Italiano con Vanadium e
Strana Officina tenutosi al Teatro Tenda di Napoli).
Si era tentato, in
principio, di dare
cadenza bimestrale alla pubblicazione anche se, alla fine, i tempi
non venivano rispettati in pieno per svariate ragioni non ultima
quella economica!
Metallo aveva incamerato un
buon
riscontro presso i metalheads e, soventemente, si avevano richieste
da molte parti d’Italia attraverso soprattutto i “passaparola”
ai concerti cui prendevamo parte (non dimentichiamo che Internet ed i
famigerati social erano ancora lontani da venire!).
Trattandosi di ragazzi
ventenni, quasi
tutti avevamo intrapreso gli studi universitari anche se la sfera
musicale costituita dai concerti, dalla ricerca spasmodica di dischi
e, per qualcuno, dal sogno di far parte di una band, assorbiva la
maggior parte del nostro tempo libero e rappresentava la nostra,
unica, valvola di sfogo e di reazione verso la società perbenista
della nostra epoca.
Per quanto mi riguarda,
anche se ognuno
chiaramente aveva le proprie idee, posso affermare che la politica
non entrava minimamente a far parte del nostro microcosmo anzi spesso la
musica era la nostra politica, libera da vincoli
e da
restrizioni.
Dopo l’uscita del terzo
numero (Biff
dei Saxon in cover), estate ‘85 all’incirca, per il sopravvenire
di impegni lavorativi e di ulteriori responsabilità, i redattori di
Metallo decidevano a malincuore di abbandonare il progetto anche per
il preponderante avvento delle prime mags nostrane come Hm, Metal
Shock e, poi, Flash solo per citarne le principali, i cui editori,
visto il crescente dilagare del fenomeno metal in Italia, avevano
cominciato a fiutare vantaggiosi profitti economici rendendo così
anacronistico il fine primordiale ed incontaminato delle fanzines.
Ognuno di noi (o quasi), pur
mantenendo
vivo lo spirito rock, intraprendeva la sua strada mentre il solo
Massara proseguiva imperterrito nella sua ascesa collaborando
praticamente con tutte le maggiori magazine italiche, da Hm e Metal
Shock, per dare origine lui stesso in seguito ad una nuova
pubblicazione, Rumore, per poi passare definitivamente dall’altra
parte della barricata entrando a far pare dell’industria
discografica nazionale con compiti e mansioni sempre più rilevanti
ed ambiziosi fino ad arrivare all’apice, ossia il “trono” della
major Universal Italia.
Per concludere, posso
affermare
tranquillamente che quegli anni hanno rappresentato qualcosa di
magico, ovviamente irripetibile, quando ancora si sognava di poter
cambiare il mondo con la musica e, seppur effimeri, sono comunque
risultati determinanti nel “temprare” le nostre coscienze
offrendoci un “modus vivendi” (cosiddetta“way of life”)
anticonformistico non precostituito o legato a mode e tendenze
adolescenziali ma basato su valori ben saldi, retaggio della nostra
educazione e del nostro mondo: GOOD TIMES BAD TIMES!
Di conseguenza, al giorno
d’oggi
un’iniziativa come Metallo non avrebbe alcun senso con l’avvento
di Internet e l’uso indiscriminato dei vari (a)social e ben poco
riconosco in questa nuova collettività dove si è venuto a creare
musicalmente un appiattimento massificante tale da non far emergere
quell’anima e quel calore che promanava da quella musica ma, si sa,
ognuno è figlio della propria generazione e noi siamo fieri di aver
vissuto compiutamente la nostra con buona pace di chi ha cercato di
avversare, vanamente, i nostri sogni ed i nostri ideali."
ENRICO”PRINCE”FORTUNA
indice
del primo numero
Godzilla
numero 6 
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