mie

 







Musica e idee
 A/rivista anarchica del dicembre 1985 / gennaio 1986


di Marco Pandin

Le fanzine sono nate verso la fine degli anni '60 come esempio di stampa spontanea e controinformazione sotto diverse forme: opuscoli clandestini (comunque tollerati) stampati alla meglio, con dentro notizie su poeti, gruppi musicali, ecc., oppure fogli di propaganda agit/liberatoria nei campus universitari.
Inghilterra, una decina d'anni fa: ancora un periodo di turbolenze e cambiamenti. È proprio il punk la scintilla che ha fatto rinascere il fuoco dell'editoria sotterranea, restituendo soprattutto nuovi stimoli e significati a pubblicazioni divenute via via sempre più celebrative, feticiste... ed innocue. In tutta Europa, di riflesso, si ripeterono gli avvenimenti: col solito lieve ritardo ma con inalterato fervore le fanzine italiane cominciarono a nascere e diffondersi. Se per molti casi non s'è trattato che d'una riproduzione in versione lenta e povera delle strutture informative di media più organizzati, non sono certo mancate proposte originali (ad esempio alcune realizzazioni della Trax o il bollettino Punkanimazione) e l'innesco di tutta una serie di iniziative collaterali (come le audiozines prodotte da radio Città Futura di Roma, le compilation di Rockgarage e Tribal cabaret, i concerti e le manifestazioni di Nuova Fahrenheit, etc.).
Nonostante la potenzialità creativa della stampa indipendente, da qualche tempo in Italia si assiste ad un rallentamento della situazione, se non addirittura ad una generale inversione di tendenza che ha portato alla sparizione di moltissime fanzine, anche le più diffuse. Il problema fondamentale di questa crisi sta in due questioni da sempre irrisolte.
Dal lato teorico, la sensazione diffusa che la comunicazione scritta stia perdendo progressivamente valore ed efficacia, soppiantata da media veloci e più comodamente fruibili quali il video, la radio, le immagini, i computer, il telefono. Dal lato pratico, la mancanza assoluta nel nostro paese di un circuito di distribuzione efficiente e soprattutto non esclusivista, che sia in grado di funzionare come punto di raccolta e insieme di diffusione. Per tentare di scavalcare l'ostacolo congenito della lentezza d'informazione, alcune fanzine hanno iniziato a proporsi sotto una nuova formula editoriale: oggetti specializzati, raccolte monografiche, contenitori di suggerimenti e tendenze piuttosto che quasi giornali basati su un'informazione/controinformazione intesa in senso storico.
Nel considerare alcuni esempi pratici, nella fattispecie il materiale fatto pervenire negli ultimi tempi in Redazione, ho cercato di evitare, per quanto possibile, i commenti sulla costruzione delle fanzine, preferendo la descrizione alla critica dei contenuti. Del resto, il costo sempre abbastanza basso di ognuna e la lista degli indirizzi riportata alla fine potranno servirvi per stabilire i contatti che più vi incuriosiscono e rendervi così conto di persona della situazione.

"... AMEN non rientra nella logica delle riviste di tendenza, sia per contenuti che per stile. Professiamo solo quello che esce dalle anime e menti di ciascuno di noi. Lacerati, squarciati, travagliati in questa nostra esistenza dal quieto vivere occidentale, dagli hamburger, da canale 5, dai video bar, dal postmoderno. Tanti piccoli aspetti che circondano e "riempiono" la nostra banale e opaca vita, in questa nostra cara società tecnologica..."

AMEN è una fanzine milanese che si propone come bollettino "solo per nichilisti" e, più su ancora nella copertina, "vietato ai minori". L'ultimo numero uscito ha per tema conduttore il "sesso" nelle più diverse e perverse interpretazioni: in sessanta pagine si trovano fianco a fianco Oscar Wilde ed Apollinaire, alcuni collage con foto tratte da riviste specializzate, magia sessuale e new sadism. In tutta la fanzine e nella cassetta allegata (con contributi musicali di Pagan Easter e Flux of Fluster) si respira aria di provocazione un po' fine a se stessa, mischiata a distruttivismo e "volgarità", segno evidente che il logorio della vita moderna passa anche per il letto dei fanzinari. In regalo un opuscolo con informazioni tecniche e disegnini sui contraccettivi, le malattie veneree e l'immancabile AIDS (addirittura i consigli per la prevenzione...). È uno scherzo o fanno sul serio? (AMEN c/o Angela Valcavi, v. Rismondo 117, 20141 Milano).

CRASH ha già pubblicato nove numeri ed alcune cassette, oltre a dei libri di poesie. Nonostante una veste grafica scarna e sinceramente poco entusiasmante, è una pubblicazione che ha sempre saputo distinguersi per il gusto particolare degli argomenti trattati, per la quasi totalità riguardanti musicisti, disegnatori, poeti e situazioni davvero poco o per niente noti. Frequenti sono gli interventi sagomati a racconto: è così che la cronaca di un concerto o l'ascolto di un disco possono divenire dei pretesti per descrivere sensazioni ed incontri, oppure per sciogliere la fantasia in corse sfrenate fatte di poesie minime, semplici, naif (CRASH, v. XX Settembre 18, 50067 Rignano sull'Arno, FI).

WAR AND DEATH è un libro/fanzine serio ed importante redatto dal duo Bodo's Project e messo in circolazione da BluBus: una raccolta di meditazioni, pensieri, piccole tessere di un mosaico in costruzione del quale l'immagine finale è terribile. Guerra e morte, come dice il titolo. Quello che più sorprende positivamente è lo stile lucido ed attonito degli autori, che hanno dimostrato ampiamente cosa significhi voler essere chiari, semplici ed intellegibili. Da leggere e rileggere: un "must" nel settore (BluBus c/o Stefano Giaccone, c.so Siracusa 66, 10136 Torino).