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Onda 400, 115/220, 50%
Fanzine, gruppi fantasma e radio libere
a Naon
Articolo a cura di Giorgia Fileni trovato sul blog piermariociani.wordpress.com
"L’epoca del
punk, dal punto di vista della stampa indipendente, risulta
contrassegnata dalla pubblicazione delle fanzine,
termine entrato in uso dalla seconda metà degli anni ’70 per designare
il giornalismo “fai-da-te” e derivato dalla contrazione dei
termini fan (fanatico) e magazine (rivista),
la cui storia ha profonde radici che risalgono all’underground press
degli anni ’50. Non tutti potevano permettersi una vacanza a Londra,
perciò la carta stampata costituiva un canale sicuramente più
accessibile per poter reperire informazioni e per poter vedere,
attraverso le fotografie, i codici delle mode che si stavano
diffondendo nelle capitali della musica; è in questo periodo che il
mercato dei periodici dedicati alla musica conobbe la sua massima
espansione.
Ciani,
a partire dal giugno del 1980, concretizzò la sua costante necessità di
esprimersi attraverso la realizzazione di questi anomali prodotti
editoriali attraverso i quali diffuse i suoi “deliri verbo-visivi”.
Il
primo di questi esperimenti fu “115/220”, una rivista di 44 pagine
rilegate in formato A4 dedicata in parte al Great Complotto e in parte
ai fumetti della storica rivista underground “Puzz”. Spiega l’artista:
“La tecnica è molto semplice: impaginavo in formato A4, facevo delle
tavole che poi fotografavo senza fare pellicola, infatti queste non
hanno mezzi toni, è una cosa molto in economia, come se fosse una
fotocopiatrice insomma”.
Il
riferimento sulla stessa fanzine a Puzz e ai ragazzi del Complotto
stabilsce un collegamento diretto tra la nuova cultura punk e new wave
e la celebre rivista che nell’arco della sua pubblicazione si era fatta
portavoce delle teorie post-situazioniste e dei gruppi più radicali dei
primi anni Settanta. I naoniani su queste pagine compaiono nella
sequenza fotografica di un fotoromanzo a puntate e nell’articolo Atelier
Cellophane,
dedicato al loro stile, in cui ricorre l’utilizzo del collage e del
nonsenso: “Ho preso una pagina di un fotoromanzo vero, dove ci sono
delle facce mascherate, e ho preso i testi da altre parti. Per cui
quello che veniva effettivamente detto nel romanzo non esisteva più.
Poi ho aggiunto nella sequenza di immagini delle fotografie che ho
fatto io a Udine con dei manichini, che così diventano personaggi veri
e propri del fotoromanzo (…) Tutto è giocato sulla sperimentazione e
sull’assurdo anche perché poi questa puntata finisce con “continua….”
Ma nella fanzine successiva c’è la puntata
precedente”.
Questa
stessa attitudine la ritroviamo nella seconda rivista, uscita nel
novembre del 1980, e resa esplicita già nel suo titolo, “Onda 400”,
vale a dire l’onda del cervello che sovraintende ai non-sensi e alle
assurdità.
Anche
questa, come “115/220”, era dedicata sia al Great Complotto sia ad
altre realtà artistiche e musicali italiane, in particolare al gruppo
milanese “Poesia Metropolitana”. La rivista comprendeva una sezione
dedicata ai gruppi presenti nel 45 giri allegato, una compilation
dedicata ad alcuni gruppi pordenonesi, tra i quali spiccano gli
enigmatici Mind Invaders: “Per ogni gruppo c’è la foto più il poster
dei Mind Invaders, che però vengono chiusi all’interno della copertina
del disco da ritagliare, quindi ci sono e non ci sono. I Mind Invaders
sono il quinto gruppo di quattro che ha una presenza massiccia, che
però in realtà sparisce come nel disco, sette secondi di rumore bianco”
Tale
band, la cui traccia consisteva in sette minuti di silenzio, stando ai
comunicati stampa e alle notizie riportate dai giornalisti si esibì
diverse volte accanto agli altri gruppi del Great Complotto e come loro
suonava musica punk. In realtà questo gruppo non è mai esistito, lo
tenne in vita esclusivamente una poco fondata (come spesso succede)
informazione mediatica e in pochi erano a conoscenza del fatto che si
trattasse, in realtà, di un paradossale“complotto nel complotto” a opera di Ciani.
Grazie
alla trafila di leggende messe in circolazione e all’appoggio di alcune
fanzine e di band che li citavano nelle interviste e li inserivano nei
credits dei dischi, i Mind Invaders ebbero i loro album fantasma più
volte recensiti, anche su riviste specializzate e importanti come
“Rockerilla”. Ebbero tanta notorietà da far addirittura indignare i
componenti della band fiorentina Electric Eyes, i quali alla rubrica di
Red Ronnie su “Rockstar” scrissero: “Carissimo direttore, vorrei
proporle un quesito: non le pare che lei, pubblicando per due volte di
seguito nella rubrica Rockers la recensione dei Mind
Invaders, rubi spazio a tutti gli altri gruppi (tra i quali il mio) che
le scrivono fiduciosi?… Andate a fanculo!”.
L’interesse
verso entità immaginarie, l’attitudine a riscrivere la storia, il
tentativo di smascherare i meccanismi dell’informazione mediatica sono
le pratiche elaborate da Ciani in questo periodo e che ritroveremo,
negli anni a venire, nel Luther Blissett Project e nel circuito della
Mail Art.
“50%”
è il titolo del terzo numero-testata, in cui la percentuale, spiega
Ciani, non allude allo sconto, ma denomina la versione standard di
questa fanzine nata nel 1981 dalla collaborazione con Vittore Baroni; i
due si erano equamente divisi le pagine, il disco allegato e le
copertine, “ovvero 50% a testa anche per le spese e poi avevamo creato
anche una versione 100%, ovvero una edizione numerata e limitata a 100
copie contenente opere originali di vari artisti”. Pablo Echaurren nel
testo Fanze ganze interpreta
tale divisione di intenti: “mi illudo che alluda all’impiego dimezzato
dei cervelli che, poverelli, sono sotto impiegati dai loro legittimi
proprietari impegnati solo nel conteggio del pareggio, nel cazzeggio in
ufficio, nello smaneggio per raggiungere il quorum dello stato”.
“50%”
risulta completamente diversa dalle altre poiché non contiene testi; la
comunicazione è affidata esclusivamente ai collage di immagini e a
libere associazioni di parole: 32 pagine di cartoline, adesivi, puzzle,
passatempi e un disco a sorpresa, a caso tra “Ice & Iced”, LT
Murnau o Mind Invaders.
Il Great Complotto compare unicamente in una pagina con le figurine dei
calciatori Atoms for Energy, nell’annuncio dello scioglimento del
gruppo fantasma Mind Invaders e in una pagina pubblicitaria dedicata al
gruppo Waalt Diisneey Production.
Accanto
a quelle di Ciani e fidati collaboratori, ci furono altre fanzine che
si occuparono di riportare la cronaca di Naon, prodotte e diffuse dagli
abitanti stessi, totalmente autoreferenziali nei contenuti (come
potrebbe essere altrimenti, dal momento che i naoniani sono fan di loro
stessi e del loro mondo?) e, per la maggior parte, destinate a una
circolazione interna: “The brand new voice”, “Spillon”, “Il Giovane
Naoniano”, “Melody Maker” e le altre, avevano lo scopo di informare
sulle iniziative artistiche, i concerti, le recensioni e i pettegolezzi
del Great Complotto.
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