Sexual Lobotomy
Un grandissimo
ringraziamento a Alberto Fiori Carones per il tempo dedicato a questo
piccolo progetto.
Quando e dove nacque
l’idea di creare Sexual Lobotomy ? Chi erano le persone in essa
coinvolte? Quali le loro attitudini politico-culturali ? Quale era il
luogo di ritrovo “redazionale” ?
L’idea nasce
nel 1983
da Dario Cuccato, vero ispiratore dell’avventura. La “redazione”
era composta esclusivamente da me e Dario. Alcuni contatti ci avevano
procurato dei collaboratori che ci hanno aiutato nella scrittura
degli articoli.
Luogo della redazione?
NESSUNO. Camera mia e camera di Dario. Ognuno scriveva una parte poi
si mettevano insieme i fogli e si andava in copisteria per fare tutte
le fotocopie. Per i nastri? Due registratori in serie e via una
dietro l’altra. Puro artigianato.
Cosa e
“come” desideravate
comunicare ? Nell’impostazione della rivista avevate modelli cui vi
ispiravate (italiani o stranieri), oppure modelli negativi da cui ci
tenevate a differenziarvi?
Una passione non ha
propriamente un
“cosa” e un “come” ma principalmente l’entusiasmo.
L’entusiasmo di diffondere qualcosa che ti piace, l’entusiasmo di
fare qualcosa di particolare, l’entusiasmo di aver trovato una
forma di espressione, l’entusiasmo di uscire dal coro.
No. Nessun modello. In fin dei conti
non avevamo visto tante fanzine. Volevamo, nei limiti imposti dalle
risorse economiche e dal bianco/nero, avere un’immagine poco
standardizzata e per quanto non fossi dei grafici o altro cercare di
personalizzare il più possibile l’esposizione. Anche per questo si
era scelto di scrivere tutto a mano. In ultimo, il suo suggerimento
me lo fa ricordare, c’era la volontà di differenziarsi dal ‘foglio
ciclostilato’
La distribuzione della
pubblicazione come
avveniva ?
A mano, per posta. Per il
primo numero,
abbiamo avuto la fortuna di ricevere la “commessa” da INDIE di
Mestre che ai tempi aveva una sorta di “abbonati” a cui mensile
inviata materiale. Di conseguenza cercava di volta in volta delle
produzioni diverse. Per il resto, come per tutti, il passaparola e
qualche libreria che ci aiutava a distribuire qualche copia.
Cosa
facevate parallelamente ? Avete avuto esperienze radiofoniche,
organizzato eventi?
Ho fatto qualche
trasmissione radiofonica, ma avevo avuto occasione di farle da molto
prima. Abbiamo organizzato anche qualche concerto. Avevamo suonato.
Suonavo.
Ricordate eventi o
situazioni che hanno lasciato
emozioni singolari o che hanno alimentato riflessioni particolari ?
Se proprio vogliamo avere
dei ricordi,
posso per puro resoconto, riferirti di un concerto in quel di Stresa.
Località del Lago Maggiore conosciuta per: presenza di Hotel
ExtraLusso, Scuola Alberghiera, Organizzazione di Incontri
Internazionali di carattere vario. Proprio in coincidenza di uno di
questi, ma non per scelta, abbiamo portato sul palco i BANHOF di
Milano. Tutt’intorno c’era un incontro NATO e per il 70% il
pubblico del concerto era formato da forze dell’ordine in libera
uscita. Nulla di particolare, ma non avevamo mai avuto così tanto
pubblico.
D’altro posso dire che tutto era
particolare. Occuparsi di una fanzine usciva da ogni schema
‘standard’. Questo amplificava le emozioni e, in un sana
incoscienza, ci esaltava.
In ultimo ti cito un frazione di
concerto degli HAT HAT, in scena ben oltre la mezzanotte. Partiti in
due nel primo pezzo, sono arrivati a conclusione del loro show (tre
pezzi) con un allargamento di musicisti ed una totale mescolanza tra
pubblico e esecutori.
Avevate rapporti
significativi con
altre situazioni simili in altre zone d’Italia? Si erano create
delle sinergie ? C’era comunicazione con i lettori ? Che tipo di
comunicazione?
Tutto si basava su
collaborazioni,
soprattutto distributiva (leggasi scambi). Sinergie di fatto, ma non
ufficiali.
Comunicazioni con i lettori? A voce si,
a distanza no. Non esisteva la posta elettronica o altri mezzi veloci
(ed economici). Si era ancora con la comunicazione epistolare.
Che
importanza aveva nella vostra vita la musica (quale musica?), la
poesia (quale poesia?), la letteratura (quale letteratura?), il
cinema (quale cinema)? …. o qualunque altra espressione artistica?
A questa domanda posso
rispondere solo
a livello personale. Che la musica sia sempre stata una passione non
è possibile negarlo. Di quale? Mi piacerebbe ipotizzare
un’evoluzione. O meglio una scoperta evolutiva. Partendo dal rock
del fine ’70 (di grandi nomi e sconosciuti) fino alla musica
sperimentale (colta e non colta) cercando di approdare principalmente
dove la musica è un gesto e un’anima umana.
Poesia: ne ho
letta parecchia, ma non entrerei in dettagli. E medesimo discorso
posso fare per la letteratura che mi trova sempre con un libro in
mano. Nessuna esclusione, forse parecchi pregiudizi. Per il cinema
tralascio. Non seguivo. Oggi, se posso, apprezzo. Comunque era tutto
il mondo dell’arte che mi interessava. Per anni ho seguito anche il
Teatro e per anni ho recitato.
Quanto era viva l’attenzione
verso la politica istituzionale, ufficiale ?
Se la domanda è
abbinata all’attività “musicale”, personalmente dico NULLA.
Hai collaborato ad altre
iniziative editoriali e artistiche negli anni successivi?
Ho
collaborato con URLO di Taranto. Ho registrato con altri. In ordine:
Giorgio Borghini (interpretazione dell’Inno Belga per la INSANE
MUSIC), Gregorio Bardini (un breve nastro dal titolo “Il viale
giallo della vergona”), Vittorio Nistri (un nastro con i nostri
nomi per ADN), Bi Nostalgia (un brano a ciclo continuo dal titolo “Le
statue d’acqua”).
Hai mantenuto rapporti
con i tuoi
vecchi collaboratori?
Praticamente NO
Cosa ti manca di
quegli anni?
Domanda difficile.
Tanto e Niente. Tanto perché eri
carico, avevi entusiasmo, voglia, passione. Niente perché si cambia.
Le cose non le si affrontano nello stesso modo. Altro entra nella
vita. In ogni caso…senza rimpianto
Cosa ritrovi nella
società attuale dei fermenti giovanili e della sensibilità
socio-politico-culturale che caratterizzava quegli anni ?
I sentimenti umani non
cambiano. I
fermenti giovanili sono sensibili a quanto li circonda. Sono le
modalità e i tempi di comunicazione che cambiano. Per approfondire
il dibattito e non perdersi in facili esclamazioni servirebbe tempo e
la possibilità di un faccia a faccia.
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