Tribal Cabaret

Un grandissimo ringraziamento a Daniele Giombini per il tempo dedicato a questo piccolo progetto.

1-Quando e dove nacque l’idea di creare Tribal Cabaret? Chi erano le persone in essa coinvolte? Quali le loro attitudini politico-culturali? Quale era il luogo di ritrovo “redazionale?

Avevamo un gruppo musicale che si chiamava Schwartzkog, in cui io -Daniela Giombini- suonavo le tastiere, Romano Pasquini cantava e suo fratello Pippo di 14 anni suonava la batteria. Decidemmo di pubblicare una fanzine parallelamente alla band. Eravamo in 5 ognuno di noi scriveva un articolo e curava la grafica della propria pagina. Il primo numero nacque così. Dal secondo numero in poi cominciai ad occuparmi della grafica interamente io visto che all’epoca conducevo degli studi artistici. Il nostro orientamento politico era di sinistra ma eravamo fondamentalmente apolitici. La fanzine la facevamo nel salone di casa mia in campagna con i miei genitori nella stanza accanto. Facemmo uscire due numeri come Schwartzkog poi il gruppo si sciolse ed io e Romano continuammo da soli col nome di Tribal Cabaret aiutati da una mia compagna di scuola Rita Mandolini.

2-Cosa e “come”desideravate comunicare? Nell’impostazione della rivista avevate modelli cui vi ispiravate (italiani o stranieri), oppure modelli negativi da cui ci tenevate a differenziarvi?

Eravamo già fan di fanzines tipo Strangled, New Wave, Sniffin’Glue,etc. Desideravamo dire la nostra e intervistare i gruppi che seguivamo e parlare della scena musicale indipendente del periodo, la scena post punk industriale gotica periodo 82-85, ci ispiravamo a gruppi come Sisters of Mercy, Tuxedomoon, Stranglers, Clock DVA, ecc. ma non c’era un gruppo solo ce ne erano tanti che ci piacevano e ci ispiravano. Ascoltavamo tantissima musica italiana dei gruppi della scena romana e italiana underground gruppi che incidevano solo un demo.

3-La distribuzione della pubblicazione come avveniva?

Ci auto producevamo e auto distribuivamo attraverso un rete indipendente fatta di negozi di dischi, fanzines e riviste musicali. Inoltre la spedizione della maggior parte dei numeri era postale.

4- Come vi organizzavate per la creazione (assemblaggio del materiale, registrazione,etc) dell’allegato sonoro?

Per il materiale compravamo regolarmente tutte le riviste musicali del settore italiane e spesso straniere, collezionavamo dischi, andavamo a vedere tutti i concerti che passavano per Roma e anche fuori Roma, talvolta all’estero, registravamo tutti i concerti e li fotografavamo. Spesso riuscivamo ad intervistare le bands straniere senza problemi. Per l’allegato sonoro chiedevamo ai gruppi che ci interessavano un brano inedito da inserire nelle nostre compilations ma non sempre era inedito.

*Potresti fornirmi un dettaglio dei numeri usciti e dei corrispettivi allegati?

In tutto facemmo uscire 6 numeri, 2 come Schwartzkog e 4 come Tribal Cabaret di cui il numero 5 e 6 avevano un allegato sonoro e un booklet. Il numero 5 aveva allegato una compilation su cassetta “The other side of futurism” di gruppi romani e italiani (Videozona,Nocteau,Cloudy Doll,QFWFQ,Victrola,A.T.R.O.X.,Daniele Ciullini,Detonazione,Illogico,Die Form, F.A.R.). Il numero 6 aveva allegato “Faith Fear” una tape compilation romana/italiana ed europea con (Monodroma, Carillon del Dolore, Mono, Not Moving,Dark Tales,No Fun, Odessa,Karnak,Ptose,La Corale,Interaccion,Plasticost,La Confirmation,Des Traces, Les Boeufs) di quest’ultimo numero stampammo 1000 copie.

5- Cosa facevate parallelamente?Avete avuto esperienze radiofoniche,teatrali o altro? Organizzato eventi?Fatto vita “comunitaria”?

Io all’epoca frequentavo il corso di Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Roma ma la fanzine mi portava via talmente tanto tempo che alla fine dopo 2 anni lasciai perdere. La fanzine era un lavoro a tempo pieno. Passai 2 inverni a casa a duplicare cassette piastra su piastra una cassetta alla volta. Facevamo parte della scena romana come addetti ai lavori.

6-Ricordate eventi o situazioni che hanno lasciato emozioni singolari o che hanno alimentato riflessioni particolari?

Sicuramente il momento più bello era quello di andare ai concerti dei nostri gruppi preferiti ed intervistarli. Ricordo che nell’84 andammo a Monaco di Baviera per intervistare i Sisters of Mercy e diventammo amici del cantante Andrew Eldritch oppure un’altra volta andammo a Zurigo a vedere i Sonic Youth e diventammo amici di Lee Ranaldo. All’epoca c’erano meno barriere e tutto era più facile.

7-Avevate rapporti significativi con altre situazioni simili in altre zone d’Italia? Si erano create delle sinergie?C’era comunicazione con i lettori?Che tipo di comunicazione?

C’era uno scambio continuo con le altre fanzines ma non solo a livello distributivo, ci scambiavamo articoli poesie e scritti da pubblicare ma anche tante cassette, non avendo i soldi per comprare tutti i dischi che uscivano avevamo dei cataloghi con scritti i titoli dei dischi che gli altri possedevano e così ci scambiavamo le cassette registrate dei dischi che ci interessavan che ci inviavamo per posta. Ancora oggi possiedo tante di quelle cassette italiane e straniere frutto di scambi postali con fanzinari di Torino, Pavia, Salerno, ecc. La comunicazione con i nostri lettori era essenzialmente postale, qualche volta telefonica. Con qualcuno poi ci si incontrava ai concerti. Mi è capitato spesso di ospitare gruppi italiani a casa di mia madre che generosamente acconsentiva all’ospitalità.

8-Che importanza aveva nella vostra vita la musica(quale musica?),.la poesia(quale poesia?),la letteratura(quale letteratura?), il cinema(quale cinema?),..o qualunque altra espressione artistica?

La musica era la mia vita, non ne avevo un’altra è stato così per molti anni, una passione totale. Poi c’era il cinema d’autore ed un certo tipo di letteratura. Nella nostra fanzine parlavamo anche di questo e poiché avevo fatto degli studi artistici eravamo molto sensibili a tutte le forme espressive d’arte pittura scultura grafica , fotografia. Adoravamo scrittori come J.G. Ballard, Dick, Hesse la letteratura gotica, l’espressionismo tedesco, la nouvelle vague francese..

9-Quanto era viva l’attenzione verso la politica istituzionale, ufficiale?

Per quanto mi riguarda per reazione al periodo precedente, ero poco interessata alla politica e la nostra fanzine era apolitica.

10-Hai collaborato ad altre iniziative editoriali e artistiche negli anni successivi?

Rockerilla ci chiamò per collaborare intorno al 1984 e per qualche anno scrivemmo per loro interviste per lo più a gruppi inglesi che intervistavamo a Londra poiché vivevamo li. Poi nell’86 intervistammo una band australiana i Celibate Rifles che ci chiese di organizzargli un tour in Italia. Per gioco ed in amicizia lo facemmo vidi che mi piaceva e da li in seguito ne nacque un lavoro. Fondai una società la Subway Productions con la quale organizzavo tournèe di gruppi stranieri in Italia tra i gruppi organizzati ricordo: Nirvana, Hole, Mudhoney,Screaming Trees,Thin White Rope, ecc. Finita la parentesi musicale mi sono dedicata a cinema e scultura. Romano Pasquini invece oltre a svolgere sempre il lavoro di tour manager per raggae bands dalla metà degli anni ‘80 svolge la sua attività di musicista come bassista in varie bands: A-10, Garbages, Yage, Sonic Assassins e Jamila.

11-Hai mantenuto rapporti con i tuoi vecchi collaboratori?

Si grazie alla potenza dei social network sono rientrata in contatto con parecchi conoscenti ma con altri collaboratori rimane sempre un rapporto di amicizia.

12-Cosa ti manca di quegli anni?

Innanzitutto la forza che manteneva viva una passione così grande. Poi le cose dal punto di vista musicale sono totalmente cambiate, eravamo degli artigiani che facevano tutto a mano che passavano tanto tempo a casa a lavorare da soli, ora è tutto diverso. Adesso ci sono molte più barriere tra musicisti e pubblico è molto più difficile arrivare ad intervistarli e scambiarci quattro chiacchiere. L’offerta è tanta ma il panorama è più dispersivo. Spesso mi trovo disorientata di fronte a tanta offerta di gruppi di generi che incidono e si ritrovano a suonare su grandi palchi senza repertorio e abilità tecnica. C’è un grande copia incolla e poche idee.

13-Cosa ritrovi nella società attuale dei fermenti giovanili e della sensibilità socio-politico-culturale che percepivi in questi anni?

Per certi aspetti ho la sensazione che mi trovo davanti ad una ripetizione di cose già viste già sentite, una sensazione di noia. Quando vado ai concerti rimango infastidita dal fatto che spesso i ragazzi non ascoltano la musica, ma vanno ai concerti per incontrarsi, la musica per loro è un sottofondo non è la parte integrante..ma forse è molto meglio così.