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Yeti
Torino 1983
"Yeti: l'abominevole
uomo delle nevi, il più punk di tutti. Non si sa se esiste o meno, in
ogni caso non fa compromessi, accetta solo (malvolentieri) la forzata
vicinanza di qualche bonzo tibetano....
Yeti come 'zine è
prima di tutto esigenza di comunicazione (trasversale) nel modo più
libero possibile, al di fuori di schemi, mode, etichette. Pretenzioso?
Forse ma ci si vuol provare lo stesso.
Non ci sono recensioni su Yeti, non perché siamo contrari alle
recensioni in assoluto, ma perché durante la stesura della 'zine,
nessuno di noi ha sentito l'esigenza di comunicare in quel modo. In
compenso avevamo voglia di parlare di animali, sessualità, di Torino.
Yeti non è demokratika, non da' spazio a tutti, ma vuole essere un
momento politico di comunicazione da parte di persone che vogliono dire
delle cose. E adesso diventiamo ancora più pretenziosi: ci piacerebbe
che Yeti fosse uno stimolo a pensare sia per chi ci scriverà sia per
chi leggerà, in modo da abbozzare insieme delle ipotesi di soluzioni ai
problemi.
Lo spazio dei gruppi è autogestito: sono loro stessi a parlare di loro.
Chi ha delle cose da dire, chi ha voglia di suscitare crisi, problemi,
dibattiti ecc. ci mandi scritti, foto, materiale, lettere, e allora
Yeti sarà vivo, pronto per rompere i coglioni in più situazioni
possibile.
Vogliamo ringraziare
un casino i Raf Punk per averci aiutato tantissimo nello stampaggio
della "zine". Ringraziamo Kollettivo, Contrazione, Franti, Eu's Arse,
Negazione, Declino, per gli articoli ....."
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